Covid. Zoli: “Ecco come il NUE ha salvato il sistema di emergenza in Lombardia”

“Durante la pandemia, in particolare nella prima ondata, si è riversata una mole gigantesca di chiamate verso il servizio 112. Già a poche ore dall’annuncio del primo caso di Covid le chiamate sono passate da 12 mila ad oltre 40 mila al giorno. Oggi possiamo affermare con certezza che il Numero Unico di emergenza 112 ha salvato il sistema di emergenza 118 e dunque la vita di tante persone”. 

Ne è convinto Alberto Zoli, Direttore Generale dell’Agenzia Regionale Emergenza Urgenza (AREU) della Lombardia e tra gli autori del Paper della Fondazione Italia in Salute “Il Numero Unico Europeo 112: ruolo e prospettive nella gestione delle emergenze”. 

“Il servizio ha mostrato la capacità di gestire in situazione critiche di emergenza un iperaflusso di chiamate sia per informazioni che per richieste di soccorso. Il 112 si è trovato quindi nelle condizioni di dover fare da camera di decompressione per il sistema 118 che, altrimenti, sarebbe andato in crisi tanto da non poter più riuscire a rispondere e gestire le chiamate di soccorso. Uno dei compiti principali che ci siamo trovati a svolgere – ha spiegato Zoli – è stato quello di fare da filtro in modo da passare al servizio 118 solo le chiamate appropriate”.

“Abbiamo anche attivato in poche ore un numero verde – ha aggiunto -. Per dare la misura di quanto avvenuto posso raccontare che il 23 febbraio, ad appena 24 ore dalla sua attivazione, questo numero verde ha ricevuto 423 mila chiamate in una sola giornata. Neanche un esercito di persone sarebbe stato capace di rispondere ad una tale mole di chiamate. E così siamo riusciti con il Numero Unico 112 a preservare l’operatività del servizio 118 e, al contempo, con il numero verde abbiamo attivato un ulteriore canale di comunicazione diretta con quei cittadini che magari non riuscivano a ricevere risposta dal  numero 1500 del Ministero della Salute”.

Ma non ci si è fermati a questo. Zoli racconta come per rispondere all’emergenza Covid sia stato introdotto anche un ulteriore filtro al numero 112. Al cittadino venivano poste alcune domande quali ad esempio se la persona per la quale si chiedeva soccorso fosse vigile e riuscisse a rispondere agli stimoli. “In questo modo, in caso di risposta negativa, la chiamata veniva passata attraverso hot line al  servizio 118 in modo da avere una risposta tempestiva come emergenza indifferibile. L’obiettivo era quello di proteggere i cittadini sulle patologia davvero emergenziali selezionando fin da subito subito attraverso il filtro di queste domande le patologie tempo-dipendenti, con indicazioni specifiche sulle criticità, in modo da attivare immediatamente i soccorsi dando la priorità alle chiamate davvero urgenti”.

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