Dl Covid, Gelli “Bene obbligo vaccinale per operatori sanitari”
Il presidente della Fondazione Italia in Salute “Una misura di civiltà”
“Con il Decreto Covid di aprile il Governo introduce l’obbligo vaccinale per tutti i lavoratori della sanità e del settore socio-sanitario rispondendo così in maniera puntuale ad un’esigenza indifferibile, ossia quella di rendere sicuri tutti i posti di cura. È infatti inaccettabile la sola idea di poter mettere a rischio la salute delle persone in cerca di assistenza sanitaria”.
Così Federico Gelli, presidente della Fondazione Italia in Salute commenta la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto 44/2021 con il quale si introduce l’obbligo vaccinale per tutti gli operatori sanitari e sociosanitari.
“Il decreto, più in particolare, introduce l’obbligo vaccinale per gli operatori sanitari estendendolo anche a quelli socio-sanitari e di interesse sanitario che lavorano nel settore pubblico, privato, farmacie, parafarmacie e studi professionali. In caso di inadempienza ci sarà da prima la segnalazione da parte degli Ordini professionali di appartenenza, e si potrà arrivare anche alla possibile sospensione dall’attività fino alla conclusione della campagna vaccinale o, in ogni caso, fino al prossimo 31 dicembre.”
“L’auspicio è che in fase di conversione in Parlamento venga chiarito in maniera puntuale, fra le varie questioni ancora aperte, cosa si debba intendere per operatore di interesse sanitario in modo da non lasciare ambiguità e non dare adito a libere interpretazioni da parte delle singole regioni. Ad ogni modo, questa sull’obbligo è un misura di civiltà che come Fondazione avevamo già auspicato nelle settimane precedenti”, conclude Gelli.