
Coronavirus. Confcultura chiede alla FIIS un prontuario di sicurezza sanitaria per i musei
Presidente Asproni: "Per la riapertura abbiamo bisogno di linee guida per offrire ad operatori e visitatori luoghi d'arte sicuri"
“Quello che ci aspetta è un cambiamento epocale.” Ne è convinta Patrizia Asproni, presidente di Confcultura, associazione che rappresenta le industrie del settore culturale. Per aiutare i musei italiani ad affrontare la sfida della riapertura nella fase 2 dell’emergenza Coronavirus ha chiesto alla Fondazione Italia in Salute l’elaborazione di un “prontuario di sicurezza sanitaria”, per permettere sia agli operatori che ai visitatori di usufruire degli spazi dell’arte in totale tutela .
Presidente Asproni, da dove nasce l’esigenza di un prontuario?
Confcultura rappresenta le imprese che operano nel settore dei beni culturali, molte delle quali gestiscono la vasta gamma dei servizi all’interno dei musei: siamo il front office per il pubblico, il contatto, anche fisico con i visitatori. Parliamo delle biglietterie, dei bookshop delle visite guidate ,del guardaroba e in alcuni casi anche della caffetteria e ristorazione. Una molteplicità variegata che ha necessità di linee guida semplici e chiare per orientare il personale e l’utenza, quando i musei riapriranno.
Perchè avete deciso di rivolgervi a Fondazione Italia in Salute?
La missione della Fondazione è quella di fronteggiare le grandi emergenze ed è in prima linea nella task force del Governo per contrastare il Coronavirus: ha autorevolezza ed è super partes. Chi meglio?
Il prontuario vuole avere un respiro nazionale?
Sì, la nostra idea è proprio quella di condividerlo con il governo per collaborare ed offrire soluzioni condivise.
Quando i musei riapriranno non potranno farlo come prima della pandemia Covid-19.
No, per questo servono linee guida: quale saranno le regole cui i visitatori dovranno attenersi ? Si dovrà sicuramente mantenere la distanza tra le persone, ma quale è la densità per metro quadro affinché il pubblico si possa muovere in maniera sicura per se è per gli altri all’interno degli spazi Museali? Quale sarà la frequenza di sanificazione degli spazi ? Andranno sanificati anche i metal detector o non importa? Come organizzare le biglietterie? E i bagni?
Ci servono linee guida generali e suggerimenti, che poi ogni museo calerà nella propria realtà : ad esempio, gli Uffizi, che avevano anche 10 mila visitatori al giorno, avranno necessità e applicazioni diverse da dimore come Palazzo Davanzati o da strutture open space come il Museo Marino a Marini .Un altro caso ancora sono i siti archeologici che hanno biglietterie al chiuso ma grandi spazi fruibili all’aperto.
Come potranno convivere i musei con le misure anti il Coronavirus?
Sarà un cambiamento epocale, una sfida soprattutto dal punto di vista del re-design: i nostri musei sono collezioni stratificate nei secoli, dovranno mantenere il sapore del tempo e nello stesso tempo garantire visite in sicurezza. Sarà un cambiamento anche per la tipologia dei turisti e la fruizione dei musei: non ci potranno più essere le “truppe cammellate” che entrano nei musei con la pretesa di vedere tutto in poco tempo. È tempo per recuperare una dimensione da “slow Museum” , un godimento delle opere d’arte realmente immersivo . E in tutta sicurezza.